I 6 Test Fecali all'avanguardia per valutare la salute intestinale e l'infiammazione

Le analisi fecali possono rivelare molto di più di quanto si possa immaginare: dalla presenza di specifici patogeni e disbiosi, fino al grado di infiammazione e alla capacità del corpo di assorbire nutrienti. In questo articolo, esploreremo i test fecali più avanzati e affidabili disponibili oggi sul mercato, illustrando come ciascuno di essi possa aiutarci a prendere decisioni informate riguardo la dieta, gli interventi terapeutici e la gestione complessiva del benessere intestinale.

Dott. G. Eros Buonarota - Biologo Nutrizionista | Certified Functional Medicine Pratictioner

2/9/20259 min read

I 6 test fecali all'avanguardia per valutare la salute intestinale e l'infiammazione

Negli ultimi anni, la scienza ha fatto passi da gigante nella comprensione dell'impatto del Microbiota intestinale sulla salute generale. Ad oggi, vi è un crescente interesse verso metodi diagnostici non invasivi che possano offrire una visione approfondita del funzionamento interno del nostro intestino. Tra questi, gli esami fecali rappresentano uno strumento diagnostico fondamentale per chiunque voglia comprendere meglio lo stato di salute e l'eventuale presenza di processi infiammatori a livello intestinale.

Le analisi fecali possono rivelare molto di più di quanto si possa immaginare: dalla presenza di specifici patogeni e disbiosi, fino al grado di infiammazione e alla capacità del corpo di assorbire nutrienti. In questo articolo, esploreremo i test fecali più avanzati e affidabili disponibili oggi sul mercato, illustrando come ciascuno di essi possa aiutarci a prendere decisioni informate riguardo la dieta, gli interventi terapeutici e la gestione complessiva del benessere intestinale. Questi strumenti, uniti ad un approccio olistico e personalizzato, sono fondamentali per chi cerca non solo di trattare, ma anche di prevenire le problematiche legate alla salute intestinale.

Lattoferrina Fecale

La lattotransferrina fecale è una glicoproteina espressa dai neutrofili attivati e può essere rilevata nelle feci come marker di infiammazione intestinale. Questo biomarcatore è utilizzato principalmente per distinguere tra malattie infiammatorie intestinali (IBD) come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, e condizioni funzionali come la sindrome dell'intestino irritabile (1,2).

La lattotransferrina fecale è particolarmente utile perché rimane stabile nelle feci durante il trasporto e la conservazione, a differenza dei leucociti fecali che possono degradarsi (3). La sua presenza è altamente specifica per l'infiammazione intestinale, con una sensibilità e specificità rispettivamente dell'80% e dell'82% per la diagnosi di IBD (2). Inoltre, un test negativo per la lattotransferrina fecale può escludere con alta probabilità la presenza di IBS (1)

La lattotransferrina fecale è anche utilizzata per monitorare l'attività della malattia e la risposta al trattamento nei pazienti con IBD. Ad esempio, livelli elevati di lattotransferrina possono indicare una riacutizzazione della malattia, mentre una diminuzione dei livelli può suggerire una risposta positiva al trattamento (2,4).

L'immunoglobulina A secretoria

L'immunoglobulina A secretoria (IgA S) è la principale classe di anticorpi presenti nelle secrezioni mucosali, come quelle intestinali, respiratorie e urogenitali. La IgA S è prodotta principalmente dalle plasmacellule situate nelle membrane mucosali, in particolare nell'intestino (5,6).

La funzione primaria della IgA S è la protezione delle superfici mucosali attraverso un processo noto come esclusione immunitaria. Questo processo limita l'accesso di microrganismi e antigeni mucosali alle barriere epiteliali, prevenendo così l'adesione e la penetrazione di patogeni. La IgA S è anche coinvolta nel mantenimento dell'omeostasi intestinale, regolando la composizione del microbiota intestinale e modulando le risposte immunitarie locali (6,7).

Inoltre, la IgA S può neutralizzare direttamente i fattori di virulenza batterica e promuovere il trasporto retrogrado degli antigeni attraverso l'epitelio intestinale verso le cellule dendritiche nei tessuti linfoidi associati all'intestino, come le placche di Peyer (7,8) Questo contribuisce a una risposta immunitaria tollerogenica, riducendo le risposte infiammatorie (6,7).

In sintesi, la IgA S svolge un ruolo cruciale nella protezione delle superfici mucosali e nel mantenimento dell'omeostasi intestinale, agendo come una barriera adattativa contro i microrganismi e modulando le interazioni tra l'ospite e il microbiota intestinale (5,7).

L'Elastasi Pancreatica

La elastasi pancreatica è un enzima proteolitico prodotto dalle cellule acinose del pancreas. Questo enzima è fondamentale per la digestione, poiché aiuta a scomporre proteine, grassi e carboidrati nel tratto intestinale (9,10).

Il test della elastasi fecale misura la quantità di elastasi presente nelle feci e viene utilizzato principalmente per diagnosticare l'insufficienza pancreatica esocrina (EPI). L'EPI è una condizione in cui il pancreas non produce o non rilascia una quantità sufficiente di enzimi digestivi, portando a malassorbimento di nutrienti, steatorrea, perdita di peso e dolore addominale (10).

Secondo l'American Gastroenterological Association, un livello di elastasi fecale inferiore a 100 µg/g di feci è indicativo di EPI, mentre livelli tra 100 e 200 µg/g sono indeterminati (11). Questo test è particolarmente utile per monitorare la funzione pancreatica in pazienti con fibrosi cistica, pancreatite cronica e diabete (10).

La Zonulina

Il test della zonulina è utilizzato per valutare la permeabilità intestinale, un parametro importante nella diagnosi di varie condizioni gastrointestinali come la malattia celiaca, la sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e le malattie infiammatorie intestinali (IBD). La zonulina è una proteina che regola la permeabilità delle giunzioni strette tra le cellule epiteliali intestinali, modulando così la barriera intestinale.

Zonulina fecale e zonulina sierica sono due modalità di misurazione della zonulina, ma differiscono per il tipo di campione analizzato e per le informazioni che forniscono:

1. Zonulina fecale: Misurata nelle feci, è considerata un marker diretto della permeabilità intestinale. Studi hanno dimostrato che i livelli di zonulina fecale sono elevati in pazienti con malattie infiammatorie intestinali e celiaca attiva, e tendono a diminuire con una dieta priva di glutine. La zonulina fecale è particolarmente utile per monitorare la permeabilità intestinale in pazienti pediatrici con malattia celiaca e IBD (12,13).

2. Zonulina sierica: Misurata nel sangue, è spesso utilizzata come marker per la permeabilità intestinale. Tuttavia, la sua affidabilità è stata messa in discussione. Studi hanno evidenziato che i kit commerciali per la misurazione della zonulina sierica possono rilevare proteine correlate alla zonulina, che non riflettono accuratamente la permeabilità intestinale. Inoltre, la zonulina sierica può essere influenzata da fattori sistemici come l'obesità e l'insulino-resistenza (14,15,16).

La Calprotectina

La calprotectina fecale è una proteina legata al calcio e allo zinco, derivata principalmente dai neutrofili. È un marker non invasivo utilizzato per rilevare l'infiammazione intestinale. La calprotectina è stabile nelle feci e può essere quantificata tramite test di laboratorio commercialmente disponibili.

La calprotectina fecale è particolarmente utile nella diagnosi e nel monitoraggio delle malattie infiammatorie intestinali (IBD), come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn. Secondo l'American Gastroenterological Association, i livelli di calprotectina fecale correlano con il grado di infiammazione endoscopica e istologica, rendendola un marker affidabile per valutare l'attività della malattia e guidare il trattamento (17,18).

Inoltre, la calprotectina fecale è utilizzata per distinguere tra condizioni infiammatorie e non infiammatorie del tratto gastrointestinale, come la sindrome dell'intestino irritabile (IBS). Livelli elevati di calprotectina fecale suggeriscono la presenza di infiammazione intestinale, mentre livelli normali possono escludere con alta probabilità l'IBD (18,19).

La calprotectina fecale è anche impiegata per monitorare la risposta al trattamento e prevedere le recidive della malattia. Ad esempio, livelli elevati di calprotectina in pazienti in remissione clinica possono indicare un rischio aumentato di recidiva entro 6-12 mesi (17,20).

L'Istamina Fecale

L'istamina fecale è un biomarcatore che può essere utilizzato per valutare la presenza di infiammazione e disfunzioni gastrointestinali. L'istamina è una ammina biogena prodotta principalmente dai mastociti e dai basofili, e gioca un ruolo cruciale nelle risposte immunitarie e infiammatorie.

Nel contesto delle malattie gastrointestinali, l'istamina fecale può essere particolarmente utile per diagnosticare e monitorare condizioni come la sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e le malattie infiammatorie intestinali (IBD). Studi hanno dimostrato che i pazienti con IBS possono avere livelli elevati di istamina fecale, correlati con l'ipersensibilità viscerale e l'attivazione dei mastociti (21). Inoltre, l'istamina prodotta dal microbiota intestinale può contribuire alla patogenesi dell'IBS, inducendo iperalgesia viscerale attraverso il segnale del recettore dell'istamina 4 (21).

Per quanto riguarda le IBD, l'istamina rilasciata dai mastociti intestinali è stata associata all'infiammazione acuta e cronica. I pazienti con colite ulcerosa e morbo di Crohn mostrano un aumento del rilascio di istamina dai mastociti intestinali, suggerendo un ruolo significativo di questa ammina nella patogenesi delle IBD (22).

Valori di Riferimento

I valori di riferimento per i test fecali variano a seconda del marker specifico e del contesto clinico. La lattotransferrina fecale è considerata normale sotto 4.6 µg/g negli adulti e sotto 29 µg/g nei bambini di età compresa tra 2 e 9 anni. I livelli di IgA secretoria fecale nei neonati e nei bambini variano tra 263 e 719 µg/g, influenzati dalla dieta. L'elastasi pancreatica fecale è considerata indicativa di insufficienza pancreatica esocrina (EPI) se inferiore a 100 µg/g, mentre valori tra 100 e 200 µg/g sono indeterminati.

Per quanto riguarda la zonulina, sia sierica che fecale, non esistono valori di riferimento standardizzati a causa della significativa variabilità. La calprotectina fecale è considerata normale sotto 50 µg/g, con valori tra 50 e 250 µg/g che richiedono ulteriori indagini, e valori superiori a 250 µg/g indicativi di infiammazione intestinale. Infine, i valori di istamina fecale non sono standardizzati e mostrano una significativa variabilità.

Conclusione

Abbiamo esplorato una varietà di test fecali che possono fornire indicazioni preziose sulla salute intestinale e sull'infiammazione. Dalla lattotransferrina fecale, utile per differenziare le malattie infiammatorie intestinali da condizioni funzionali come la sindrome dell'intestino irritabile, fino alla zonulina, che aiuta a valutare la permeabilità intestinale, ogni test offre uno spaccato unico e essenziale della funzionalità del nostro sistema digestivo.

Un ulteriore strumento diagnostico che merita attenzione è l'analisi comprensiva del microbiota intestinale. Questo test non solo quantifica i batteri benefici e patogeni, ma esamina anche il loro impatto sul metabolismo e sulla salute generale dell'individuo. Attraverso tecniche avanzate come il sequenziamento del DNA, possiamo ottenere una mappatura dettagliata del microbiota, che ci permette di identificare disbiosi e modificazioni nella composizione batterica associate a condizioni croniche, sensibilità alimentari e persino disturbi dell'umore.

Ogni test ha il potenziale di trasformare la nostra comprensione e gestione della salute intestinale. Associando i risultati ottenuti con interventi nutrizionali mirati, possiamo affrontare specifiche problematiche intestinali, ottimizzare la funzione digestiva e migliorare il benessere complessivo. È fondamentale, tuttavia, consultare sempre un professionista per interpretare i risultati dei test in modo accurato e personalizzato, garantendo così un approccio terapeutico efficace e basato su evidenze scientifiche.

Con la tecnologia diagnostica in continua evoluzione, l'importanza di questi test rimarrà cruciale per la medicina personalizzata e per una gestione proattiva della salute intestinale. Invito quindi i lettori a considerare queste opzioni diagnostiche in collaborazione con i loro specialisti di fiducia, per mantenere o ristabilire un equilibrio salutare nel proprio ecosistema intestinale.

Bibliografia:

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