Disbiosi e Intolleranza all’Istamina: Il Ruolo Sottovalutato dello Zinco
Scopri come la carenza di zinco può influenzare disbiosi, intolleranza all’istamina e infiammazione intestinale. Sintomi, fonti e integrazione.
Dott. G. Eros Buonarota - Biologo Nutrizionista | Certified Functional Medicine Pratictioner - Milano
7/2/20258 min read


Cos'è lo Zinco ?
Lo zinco (Zn) è un oligoelemento essenziale, coinvolto in numerosi processi fisiologici e biochimici dell’organismo. Partecipa alla regolazione del ciclo cellulare, dell'apoptosi, dell’organizzazione del DNA e al metabolismo di proteine, lipidi e carboidrati (1). È un cofattore fondamentale per molte proteine ed enzimi e svolge un ruolo importante nella modulazione delle funzioni immunitarie. Inoltre, è essenziale per la salute riproduttiva, in particolare per la spermatogenesi e la maturazione degli spermatozoi (2). Nel sistema nervoso centrale è abbondantemente distribuito, dove partecipa alla trasmissione neurale e alla neurogenesi, influenzando cognizione, memoria e apprendimento (3).
Una carenza di zinco può provocare diversi disturbi, tra cui problematiche immunitarie, cutanee e cardiovascolari. Viene utilizzato anche in ambito terapeutico per trattare condizioni come la malattia di Wilson (accumulo eccessivo di rame in organi vitali) e la steatosi epatica non alcolica (4,5,6). Inoltre, sembra avere un ruolo nell’intolleranza all’istamina, soprattutto per la sua capacità di regolare l’assorbimento e il metabolismo dell’istamina.
Intolleranza all'istamina, cos'è?
L’intolleranza all’istamina è una condizione clinica causata da uno squilibrio tra la quantità di istamina assunta o rilasciata e la capacità dell’organismo di degradarla. Questo avviene principalmente per una ridotta attività dell’enzima intestinale diamino ossidasi (DAO), la cui disfunzione può derivare da fattori genetici, farmacologici, patologici o da disbiosi intestinale, portando ad un aumento dei livelli di istamina nel plasma dopo l’assunzione di alimenti ricchi di istamina o di sostanze che ne favoriscono il rilascio o inibiscono la DAO (7,8,9,10,11,12,13).
I sintomi sono vari e coinvolgono più sistemi: gastrointestinali (diarrea, gonfiore, dolori addominali), cutanei (orticaria, prurito, arrossamenti), neurologici (cefalea), respiratori (rinite, asma), cardiovascolari (ipotensione, aritmie) e, in alcuni casi, anche manifestazioni orali (7,8,14,15). Spesso insorgono dopo l’assunzione di alimenti ricchi di istamina e migliorano con una dieta a basso contenuto di istamina o con l’uso di antistaminici e/o integratori di DAO (16,17).
La diagnosi è complessa, poiché non esistono test diagnostici specifici. Si basa su una dettagliata anamnesi, sull’esclusione di altre patologie e sulla risposta clinica ad una dieta povera di istamina. In alcuni casi, si ricorre alla misurazione dell’attività DAO sierica o al rapporto istamina/metilistamina urinaria (8,9,11,13). Mentre la misurazione dei livelli fecali di istamina nei pazienti con sospetta intolleranza all’istamina o malassorbimento, come nei casi di IBD o deficit di DAO, sembra avere un significato limitato nella pratica clinica attuale, in quanto i livelli di istamina nelle feci non risultano significativamente differenti tra pazienti con intolleranza all’istamina e controlli, e non sono correlati in modo affidabile con la presenza o la gravità dei sintomi (18).
Lo zinco gioca un ruolo importante nell’intolleranza all’istamina?
Lo zinco sembra avere un ruolo significativo nell'intolleranza all'istamina, principalmente attraverso la sua capacità di influenzare l'assorbimento e la regolazione dell'istamina stessa. Secondo la letteratura medica, lo zinco può aumentare l'assorbimento dell'istamina nelle cellule astrogliali ed endoteliali cerebrali, suggerendo che potrebbe contribuire alla regolazione della concentrazione di istamina al di fuori dei neuroni (19).
Un recente studio del 2025 ha dimostrato come lo zinco possa avere effetti modulanti sulle risposte allergiche, che sono spesso correlate all'istamina. Il trattamento con solfato di zinco ha inibito la degranulazione delle cellule indotta da antigeni e IgE, riducendo l'espressione di citochine pro-infiammatorie come IL-4 e IL-13 (20). Questo evidenzia un possibile effetto benefico dello zinco nelle reazioni allergiche mediate dall’istamina. Inoltre, la regolazione del segnale dello zinco è importante anche per le risposte immunitarie, inclusi i processi allergici mediati da mastociti, basofili e cellule T (21). La disfunzione del segnale dello zinco è stata associata a problemi di salute legati alle malattie infiammatorie e allergiche, che possono includere l'intolleranza all'istamina.
Infine, la letteratura suggerisce che la carenza di zinco può essere collegata allo sviluppo di allergie e che la supplementazione di zinco può modulare positivamente il sistema immunitario e ridurre i sintomi allergici (22). Questo supporta ulteriormente l'idea che lo zinco possa avere un ruolo nell'intolleranza all'istamina, dato che le allergie e l'intolleranza all'istamina condividono meccanismi immunologici simili.
Lo zinco supporta il microbiota e la salute intestinale ?
Diversi studi indicano che lo zinco ha un ruolo protettivo sull’intestino. Tra questi, uno ha dimostrato che l'integrazione alimentare con zinco ad alte dosi può prevenire l'infiammazione intestinale nei modelli murini di colite indotta chimicamente, suggerendo che l'oligoelemento possa avere effetti protettivi contro eventi infiammatori intestinali (23). Inoltre, lo zinco sembra influenzare l'espressione di proteine legate alle giunzioni strette, migliorando l'integrità della barriera intestinale e riducendo la permeabilità intestinale (24), comunemente nota come "leaky gut".
Un ulteriore studio ha mostrato che lo zinco gluconato è in grado di ripristinare la diversità e la ricchezza del microbiota intestinale, favorendo un migliore equilibrio tra batteri benefici e potenzialmente dannosi, e contribuendo così alla protezione della barriera intestinale (24). Inoltre, è stato osservato come lo zinco migliori l’integrità della parete intestinale e riduce la traslocazione di batteri e metaboliti del microbioma nella circolazione sistemica, rafforzando ulteriormente la funzione di barriera dell’intestino (25).
Altri studi in vitro hanno dimostrato che la privazione di zinco nelle cellule epiteliali intestinali, come le cellule Caco-2, porta ad una diminuzione della resistenza elettrica transepiteliale e a modifiche delle giunzioni strette e aderenti, con una delocalizzazione di proteine chiave come la zonula occludens-1 (ZO-1) e l'occludina (26). Inoltre, la sua carenza può disturbare l'espressione e la secrezione delle mucine da parte delle cellule caliciformi intestinali, compromettendo ulteriormente la stabilità del muco intestinale, che è una componente essenziale della barriera fisica intestinale (27). La carenza di zinco è anche associata ad una riduzione della secrezione di immunoglobulina A secretoria (sIgA), che è cruciale per la funzione immunitaria della barriera intestinale, e può indurre risposte infiammatorie attraverso la traslocazione batterica al fegato (28).
Zinco, IBS, IBD e SIBO
La relazione tra disbiosi intestinale, sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e carenza di zinco è complessa e multifattoriale. Lo zinco è cruciale per la biodiversità batterica intestinale e per la riduzione della traslocazione di batteri e metaboliti nel circolo sistemico. Una carenza può quindi contribuire ad un microbiota intestinale squilibrato, aggravando la disbiosi e i sintomi associati all'IBS. Studi recenti hanno evidenziato che i pazienti con IBS, in particolare quelli con predominanza di diarrea (IBS-D), tendono ad avere livelli di zinco nel siero inferiori rispetto ai controlli sani (29,30). Questa carenza è stata associata a sintomi gastrointestinali più gravi e a livelli più elevati di zonulina, un marker di permeabilità intestinale. Inoltre, la carenza di zinco è correlata a stati d'animo negativi e a una qualità della vita ridotta nei pazienti con IBS-D (29,30).
IBD
I pazienti affetti da malattia infiammatoria intestinale (IBD) sono a rischio di carenza di zinco. La letteratura medica indica che i disturbi da malassorbimento, come nelle IBD, sono strettamente associati a carenze di micronutrienti, tra cui lo zinco (31). Uno studio di revisione sistematica e meta-analisi ha rilevato che la prevalenza della carenza di zinco nei pazienti con IBD è significativa, con una stima complessiva del 50% (31). Inoltre, un altro studio ha evidenziato che i bambini con IBD sono particolarmente suscettibili alla carenza di zinco a causa di un'assunzione insufficiente, un ridotto assorbimento e una maggiore perdita intestinale dovuta al processo infiammatorio (32).
SIBO
La relazione tra Small Intestinal Bacterial Overgrowth (SIBO) e carenza di zinco, invece, è supportata da alcune evidenze nella letteratura medica. In particolare, uno studio ha evidenziato che i pazienti con pancreatite cronica e SIBO presentano livelli di zinco più bassi, suggerendo un'associazione tra SIBO e carenza di zinco (33). Inoltre, una carenza è stata identificata come un predittore indipendente di SIBO in questi pazienti, il che implica che la presenza di SIBO potrebbe contribuire a una riduzione dei livelli di zinco.
SIBO è nota per causare malassorbimento di nutrienti, il che può includere minerali come lo zinco, sebbene la letteratura non sempre menzioni esplicitamente lo zinco tra le carenze più comuni associate a questa condizione (34,35). Tuttavia, considerando il ruolo dello zinco nel mantenimento dell'integrità della mucosa intestinale e la sua importanza per la funzione immunitaria, è plausibile che SIBO possa contribuire ad una carenza attraverso meccanismi di malassorbimento e alterazione della barriera intestinale.
Inoltre, va ricordato che, la relazione tra SIBO e intolleranza all’istamina è supportata da dati che mostrano come la disbiosi intestinale, tipica della SIBO, possa favorire l’accumulo di istamina e l’insorgenza o il peggioramento dei sintomi correlati all’intolleranza all’istamina. In particolare, la sovracrescita batterica nel tenue può includere specie batteriche istaminogene, cioè capaci di produrre istamina a partire da substrati alimentari, aumentando così la quota di istamina disponibile localmente e sistemicamente (8,18).
Quali sono le principali fonti alimentari di zinco nella dieta? e come integrarlo?
Le principali fonti alimentari di zinco includono una varietà di prodotti animali e vegetali. Secondo la letteratura medica, le carni, in particolare il manzo e il pollame, sono tra le fonti più ricche di zinco. Anche i prodotti lattiero-caseari, come i formaggi, contribuiscono significativamente all'apporto di zinco nella dieta, con una variabilità nel contenuto di zinco a seconda del tipo di formaggio e del latte utilizzato (mucca, pecora, bufala) (36,37,38,39). Per quanto riguarda le fonti vegetali, i cereali integrali, i legumi, le noci e i semi sono buone fonti di zinco, sebbene la biodisponibilità possa essere influenzata dalla presenza di fitati, che ne riducono l'assorbimento.Tuttavia, metodi di lavorazione alimentare come la germinazione, la fermentazione e la lievitazione possono migliorare l'assorbimento dello zinco da fonti vegetali (40).
Integrazione
Per quanto riguarda invece l'integrazione di zinco, diverse forme possono essere considerate in base alla loro biodisponibilità e agli effetti specifici sulla salute intestinale e sulla regolazione dell'istamina:
1. Zinco glicinato e zinco gluconato: queste forme di zinco sono state identificate come meglio assorbite rispetto ad altre forme, secondo una revisione narrativa sulla loro biodisponibilità e assorbimento; un migliore assorbimento può tradursi in effetti più efficaci sulla salute intestinale e sulla regolazione dell'istamina (41).
2. Zinco L-aspartato: questa forma di zinco ha dimostrato di migliorare l'integrità della mucosa intestinale attraverso l'attivazione della via di segnalazione Wnt/β-catenina, che è cruciale per il rinnovo delle cellule staminali intestinali e la protezione contro danni alla mucosa; questo potrebbe essere particolarmente utile per mantenere l'integrità intestinale in condizioni di stress o esposizione a tossine (42).
3. Zinco carnosina: è stato dimostrato che lo zinco carnosina stabilizza l'integrità dell'intestino tenue e stimola i processi di riparazione intestinale, riducendo la permeabilità intestinale e proteggendo contro danni indotti da farmaci come l'indometacina; questo suggerisce un potenziale beneficio per la salute intestinale e la riduzione dell'infiammazione (43).
4. Supplementazione ad alto dosaggio di zinco: studi hanno mostrato che un'alta dose di zinco può prevenire l'infiammazione intestinale attraverso l'induzione di metallotioneine e altri mediatori molecolari. Tuttavia, è importante considerare il dosaggio appropriato per evitare effetti avversi legati a un'eccessiva esposizione allo zinco (44).
Un eccesso di zinco può portare ad una serie di effetti collaterali che devono essere monitorati attentamente. Uno dei principali effetti avversi è l'alterazione del microbiota intestinale. Studi hanno dimostrato che un'eccessiva assunzione di zinco può ridurre la diversità microbica intestinale e diminuire la produzione di acidi grassi a catena corta, che sono cruciali per la salute intestinale (45). Tra i segni di sovradosaggio di zinco, si possono osservare sintomi gastrointestinali come nausea e vomito, che sono comuni in caso di tossicità da zinco. Inoltre, l'eccesso di zinco può causare anemia e neutropenia, dovute alla competizione con il rame, un altro oligoelemento essenziale, portando a una carenza di rame. Dal punto di vista immunologico, un'eccessiva assunzione di zinco può alterare la risposta immunitaria, aumentando la suscettibilità alle infezioni (46,47,48).
Conclusione:
Lo zinco si conferma un elemento fondamentale per il mantenimento della salute sistemica, con un impatto che va ben oltre il semplice supporto nutrizionale. Dalle sue funzioni immunitarie alla regolazione dell’istamina, passando per il ruolo chiave nella protezione della barriera intestinale e nella modulazione del microbiota, questo oligoelemento rappresenta un vero e proprio pilastro della medicina preventiva e integrativa.
La sua carenza può contribuire a numerose condizioni croniche e infiammatorie, come l’intolleranza all’istamina, la disbiosi intestinale, l’IBS, l’IBD e il SIBO. Al contrario, una supplementazione consapevole, supportata da una dieta equilibrata e dalla scelta di forme di zinco altamente biodisponibili, può offrire benefici tangibili sia a livello intestinale che sistemico.
Tuttavia, come per ogni nutriente, è essenziale evitare il fai-da-te: un'integrazione eccessiva o mal calibrata può portare a effetti collaterali anche significativi. Per questo motivo, è sempre consigliabile affidarsi a professionisti della salute per una valutazione personalizzata.
In un’epoca in cui l’infiammazione cronica e le intolleranze alimentari sono in costante aumento, comprendere il valore dello zinco può rappresentare un passo concreto verso un migliore equilibrio immunitario, neurologico e intestinale.
